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VIAGGIO APOSTOLICO IN CANADA

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA COMUNITÀ SLOVACCA DI RITO BIZANTINO

Sabato, 15 settembre 1984 - Unionville (Toronto)

 

Cari fratelli e sorelle in Cristo.

1. Nella gioia del Redentore risorto, io saluto la comunità di rito bizantino dell’eparchia dei santi Cirillo e Metodio di Toronto. Rivolgo anche fraterni saluti alle autorità ecclesiastiche e civili che ci onorano della loro presenza, qui, questa sera. Sono molto lieto di essere con voi per benedire la pietra angolare della cattedrale della Trasfigurazione e di unirmi a voi nell’offerta di elogio e ringraziamento a Dio per i prodigi che egli ha compiuto fra voi.

2. La meravigliosa Provvidenza di Dio è stata veramente con voi in questa terra, proteggendovi e guidando le vostre vite sin da quando voi giungeste qui per la prima volta come immigrati. Tra i molteplici segni della sua protezione provvidenziale, noi ricordiamo come, venti anni fa, nel 1964, vi è stato dato il vostro vescovo di rito bizantino. Più tardi, nel 1980, fu istituita l’eparchia dei santi Cirillo e Metodio. E con la benedizione di questa nuova cattedrale, noi siamo testimoni di un altro segno della mano di Dio che dirige il vostro destino e veglia su di voi ogni giorno. La stessa Provvidenza, che ha sorretto il vostro popolo nella grande sofferenza e nelle tristi privazioni che la vostra Chiesa ha dovuto sopportare in Slovacchia, vi ha condotto a questo giorno. Spero e prego perché l’eparchia dei santi Cirillo e Metodio possa continuare a prosperare e possa così divenire in Cristo uno strumento sempre più effettivo di evangelizzazione e un esempio di autentica vita cristiana. Possa anche Dio affrettare il giorno in cui la pace e la totale libertà regneranno sulla Chiesa nella terra delle vostre origini, così che “la vostra gioia possa essere completa” (Gv 15, 11).

3. Due eventi storici del 1980 sono di particolare importanza per gli slovacchi bizantini del Canada ed entrambi rendono particolare omaggio alla memoria dei santi Cirillo e Metodio. Il 13 ottobre di quell’anno, io ho fondato l’eparchia di Toronto che porta il loro nome, e il 31 dicembre, ho dichiarato questi due santi fratelli, patroni di tutta l’Europa, insieme a san Benedetto.

I santi Cirillo e Metodio sono giustamente conosciuti come gli apostoli degli slavi. Spronati da zelo missionario essi lasciarono la loro madre terra per iniziare a proclamare, nell’863, il Vangelo di Cristo in Moravia e Slovacchia. Allo scopo di insegnare la fede al popolo, essi tradussero i Vangeli e i libri liturgici nella lingua slava. Facendo ciò, essi resero possibile uno sforzo di evangelizzazione tra i più positivi. Inoltre, essi posero le fondamenta per lo sviluppo letterario della cultura religiosa e sociale degli slavi. Questi importanti santi missionari sono ricordati anche per il loro impegno per l’unità della Chiesa.

Essi furono ferventi preti del rito bizantino che svolsero il loro lavoro pastorale in unione con la Chiesa di Costantinopoli, che li aveva formati e con la Chiesa di Roma che confermò la loro missione.

Undici secoli dopo, noi ancora ricordiamo, con grande ammirazione e profondo senso di gratitudine a Dio, la valorosa azione di Cirillo e Metodio. Lo slavo antico usato nella sacra liturgia del rito bizantino sta come un ricordo vivente a testimoniare la loro immensa influenza nella Chiesa. Le generazioni ancora a venire non cessino di ricordare il loro zelo per la parola di Dio, la loro consacrazione alla cultura slava, il loro amore per la sacra liturgia e il loro impegno per l’importante causa dell’unità. Per queste ragioni e altre gli apostoli degli slavi ci ispirano oggi, mentre ci sostengono con le loro preghiere.

4. È una gioia per me benedire la pietra angolare della nuova cattedrale della Trasfigurazione. Come principale chiesa dell’eparchia, questa cattedrale è un simbolo della luce del Vangelo, trasmesso attraverso gli insegnamenti del vescovo. È allo stesso modo un simbolo dell’eredità religiosa del popolo slavo. Qui, la liturgia bizantina sarà celebrata in tutta la sua solenne bellezza: e qui, in modo speciale, il vescovo annuncerà il Vangelo e trasmetterà a voi, ai vostri figli e ai figli dei vostri figli, l’autentico insegnamento della Chiesa.

Il nome della nuova cattedrale richiama la nostra attenzione al nostro salvatore Gesù Cristo e al momento della sua storia umana in cui egli diede a Pietro, a Giacomo e a Giovanni una manifestazione fugace della gloria che egli condivideva con il Padre. Questa rivelazione di Gesù come l’amato Figlio di Dio, rinsaldò negli apostoli la fede. E in seguito li avrebbe sostenuti durante le tenebre della passione di Gesù e durante i tempi in cui anch’essi avrebbero dovuto spartire la croce di Cristo. La Trasfigurazione inoltre - e questa cattedrale che porta il suo nome - stimola la nostra speranza di partecipare a questo mistero, di essere noi stessi trasfigurati dalla grazia di Dio, così da partecipare alla sua gloria.

In quest’occasione, il nostro pensiero ritorna a Paolo VI, che morì il 6 agosto, il giorno in cui il mistero della Trasfigurazione è celebrato in entrambi i riti, bizantino e romano. Fu lui che vi diede il vescovo Rusnak nel 1964. E questa nuova cattedrale della Trasfigurazione è in parte dovuta alla sollecitudine pastorale di questo grande Papa nei vostri confronti e verso gli slavi. Mentre benedico la pietra angolare oggi, la Chiesa di Roma rinnova il suo amore e il suo pastorale interesse per il vostro popolo.

5. Io vorrei, ora, rivolgere una particolare parola di lode al vescovo Borecky e all’intera eparchia ucraina di Toronto per il fraterno sostegno e incoraggiamento che essi hanno offerto per molti anni agli slovacchi bizantini. Il loro rispetto per le differenti tradizioni religiose e culturali e la loro sollecitudine nell’assistere, sono stati di grande aiuto nella fondazione della nuova eparchia dei santi Cirillo e Metodio. La loro collaborazione è stata un modello di armonia e di fraterna assistenza per le altre comunità.

Prima di concludere, vorrei esprimervi quanto mi allieta la vostra devozione verso Maria, la Madre di Dio. Tale devozione è evidente nella vostra liturgia ed è rivelata dalla vostra pubblicazione intitolata “Maria”. Questa pubblicazione, che è un conforto per la gente lontana dalla propria madre terra, è anche un mezzo per incoraggiare una vera devozione mariana. Possiate continuare in questo onorevole sforzo, e possa Maria assistervi lungo questa strada.

Cari fratelli e sorelle in Cristo; camminate sempre nella luce e nella forza di Dio risorto; siate forti nella speranza e nell’amore di Dio e del prossimo; perseverate nelle vostre ammirevoli tradizioni slovacche e nel vostro patrimonio di fede. “La grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia con voi tutti” (2 Ts 3, 18).

 

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