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DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALLA XIV ASSEMBLEA PLENARIA
DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I LAICI

Lunedì, 8 novembre 1993

 

Signor Cardinale, Cari fratelli nell’Episcopato,
Cari amici, membri e collaboratori del Pontificio Consiglio per i Laici,

1. È con piacere che vi accolgo in occasione della XIV Assemblea Plenaria del vostro Dicastero e vi ringrazio per essere venuti ad esprimere qui la vostra fedeltà e la vostra disponibilità al servizio della Chiesa e della sua missione.

In particolare, sono lieto di rinnovare in vostra presenza, le mie felicitazioni a S. Em.za il Cardinale Pironio, Presidente del vostro Consiglio, che celebra in questi giorni il 50 anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Rendiamo grazie insieme per tutto ciò che il Signore gli ha concesso di compiere durante i suoi anni di ministero con una dedizione generosa e una fede radiosa.

2. Il tema della vostra Assemblea plenaria è centrale nella competenza del Consiglio per i Laici: la partecipazione dei fedeli laici alla vita della Chiesa. Si tratta della vocazione dei battezzati che partecipano alla vita e alla missione di Cristo stesso; infatti, la Chiesa è chiamata a rendere presente il suo Signore nella storia e nel mondo.

Nella sua riflessione sul popolo di Dio e in particolare sui fedeli laici, il Concilio Vaticano II ha ben definito la condizione di questi ultimi: “dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio, e nella loro misura, resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano” (Lumen gentium, 31).

La vocazione dei laici, il loro “essere in Cristo”, è innanzitutto un appello pressante alla santità: essi devono unirsi all’offerta sacerdotale di Cristo che si dona interamente e che presenta il mondo al Padre. Solo lo Spirito Santo riversato nei cuori può aprire a questa partecipazione interiore. E quindi, resi forti dalla grazia dei sacramenti, illuminati dalla parola di Dio, costituendo il popolo santo e reale che appartiene al Signore, tutti i fedeli possono e devono rendere visibile oggi, quali testimoni degni di fiducia, la luce venuta nel mondo (cf. Gv 1, 9).

La vostra Assemblea si propone di stabilire un bilancio dell’applicazione degli insegnamenti e degli orientamenti del Concilio sulla partecipazione dei laici alla vita della Chiesa; penso che la vostra riflessione si baserà soprattutto su questa intuizione centrale del Concilio Vaticano II: il battesimo introduce nell’ordine della grazia, esso libera gli uomini dalla loro condizione di peccatori per renderli “figli nel Figlio”. In ciò si trova l’autentica fonte di ogni azione, di ogni responsabilità nella Chiesa.

3. Lungi dall’essere una riflessione puramente teorica, questi richiami fondamentali permettono di definire meglio i diversi aspetti dell’attività dei laici e di evitare certi squilibri. Vi è la tentazione di concepire la partecipazione alla vita della Chiesa solamente secondo le leggi dell’efficacia propria dell’ordine temporale o secondo una logica di potere estranea allo spirito ecclesiale.

È vero che la Chiesa, mistero di comunione con la vita di Dio, è allo stesso tempo la comunità visibile e concreta dei credenti, che deve essere strutturata come ogni corpo sociale e che deve far fronte a molte necessità. Conviene dividere i compiti nel modo migliore. Nella loro diversità, i movimenti, le associazioni di fedeli o le comunità devono rispondere a criteri di ecclesialità che il vostro Consiglio è spesso chiamato a precisare e ad apprezzare (cf. Christifideles laici, 30). D’altra parte voi siete in una posizione favorevole per conoscere la ricchezza delle Chiese locali, con le loro variegate fisionomie, e per invitare alla condivisione delle risorse spirituali e materiali, rimanendo sempre nell’unità della “Catholica”.

Attraverso tutti gli sforzi di reciproca informazione, di riflessione, di organizzazione, siete portati a constatare i frutti che recano i numerosi tralci della vigna, dopo circa trenta anni dal Concilio. La storia della Chiesa nel nostro secolo è ricca della creatività e della meravigliosa generosità espresse in particolare dai laici impegnati al suo servizio e nella sua missione. La fonte di ciò è, lo ribadisco qui, il radicamento sempre più profondo in Cristo e l’adesione all’offerta che egli fa dell’umanità al Padre. Noi rendiamo grazie al Signore per la grandezza dell’opera compiuta dall’intero popolo di Dio nel suo insieme e dai fedeli laici in particolare.

4. In un momento decisivo della storia, nelle mutevoli condizioni del mondo e dinanzi alle novità belle o brutte della nostra epoca, il Signore chiama tutti i fedeli ad annunciare la sua salvezza a coloro che attendono la Buona Novella. L’estate scorsa abbiamo vissuto a Denver un momento di grazia per il Vangelo, ricevuto dai giovani e affidato ai giovani. La qualità dell’esperienza fatta da numerosi giovani in occasione della loro Giornata Mondiale deve molto all’importante lavoro del Pontificio Consiglio per i Laici. Vi ringrazio e rendo grazie al Signore per i frutti di questa manifestazione.

5. I compiti di animazione che spettano al vostro Consiglio vi portano a dare grande importanza alla formazione dei laici: formazione umana e formazione cristiana. Non si tratta tanto di preoccuparsi di competenze tecniche, senz’altro indispensabili, ma di suscitare tra i fedeli un impegno sempre più grande nel mondo in cui vivono, di richiamarli alla disponibilità e al servizio, allo scambio di doni da una regione del mondo all’altra, e allo stesso tempo all’assimilazione dei fondamenti del messaggio cristiano, poiché essi sono spesso i testimoni in più diretto contatto con quelli, fra i loro contemporanei, che non hanno ancora ricevuto il Vangelo.

Sono lieto di sapere che la vostra Assemblea plenaria sarà seguita da un Simposio sul Catechismo della Chiesa Cattolica, strumento privilegiato per la formazione e per l’evangelizzazione. Voi metterete in rilievo l’utilità di questo strumento per garantire l’unità nella fede e nella vita nella sequela di Cristo.

6. Al termine di questo incontro, mi auguro che la vostra Assemblea e il Simposio che seguirà siano dei momenti forti nell’azione del vostro Consiglio: rinnovate il vostro slancio missionario e quello delle persone che operano in tutti i movimenti. Dinanzi agli angoscianti interrogativi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle sul senso della vita e dell’esistenza umana, fate riscoprire la “novità” di Cristo, Redentore dell’uomo, fondamento della nostra speranza.

Per voi qui riuniti, per l’insieme di coloro di cui animate la partecipazione alla vita della Chiesa, invoco l’intercessione di Nostra Signora, Madre di Cristo e Madre della Chiesa. E vi imparto di tutto cuore la mia benedizione apostolica.

 

© Copyright 1993 - Libreria Editrice Vaticana

 



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