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PAOLO VI

UDIENZA GENERALE

Mercoledì, 28 settembre 1977

 

La presenza di Cristo nella storia del mondo

Oggi noi parleremo in quest’aula, che noi abbiamo fatto costruire per accogliere i visitatori, che da ogni parte affluiscono alla sede di Pietro, e desiderano incontrarsi con l’umile e vivente suo successore, il quale ne continua la missione affidata al primo degli Apostoli, quella d’essere «il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell’unità della fede e della comunione» (Lumen Gentium, 18). Ma non parleremo se non della monumentale ed unica figura, quella di Gesù Cristo risorto, vivente e benedicente, che domina questa sala, e che noi oggi inauguriamo, opera dello Scultore Pericle Fazzini: essa dice quale sia la testimonianza affidata al ministero apostolico, essere quel Gesù, ch’è stato crocifisso, costituito Signore e Cristo (Act. 2, 36) testimonianza che qui il successore di Pietro con certezza e con umiltà di fede vuole proclamare.

Sì, noi vogliamo affidare a questa immagine la nostra voce, semplice e limpida nella enunciazione delle parole e dell’immagine che la vuole esprimere, ma quasi soffocata dal loro esuberante significato reale (Cfr. S. THOMAE Summa Tbeologiae, IIa-IIæ, Ia, 2 ad 2). Gesù è la via, la verità e la vita (Io. 14, 6). Gesù è la luce del mondo (Ibid. 8, 12; 9, 5). Gesù è il Pane della vita (Ibid. 6, 48). Gesù è il Pastore buono (Ibid. 10, 11-14). Gesù è il Figlio dell’uomo (Matth. 16, 13; 25, 31; 26, 24), è il figlio di Maria (Ibid. 13, 55), è il figlio di Dio (Ibid. 14, 33; 26, 64; Io. 9, 35; etc.); Gesù è l’alfa e l’omega (Apoc. 22, 13).

Noi vogliamo attestare, a voi Figli e Fratelli, e a quanti della gloria e della speranza del nome cristiano sono rivestiti nel mondo, che Cristo ancor oggi, è nella storia del mondo; ancor oggi più che mai, Cristo è vivo, Cristo è reale. Vivo e reale, non nella penombra del dubbio e dell’incertezza, non nell’interpretazione vanificante d’un razionalismo miope ed orgoglioso, che lo coarta nella misura dei fenomeni comprensibili, e tutt’al più singolari e sfuggenti alle proporzioni ordinarie della naturale intelligibilità; ma vivo e reale nell’eccedente dimensione del suo Essere divino, che solo la fede ammette esultante, spaziando nel mistero da Lui stesso proclamato e documentato (Cfr. Io. 10, 38).

Cristo è presente. Il tempo non Io contiene e non lo consuma. La storia si evolve e può assai modificare la faccia del mondo. Ma la sua presenza la illumina rivelandone come a Sé dovute le sapienti bellezze, e penetrandone i vuoti abissali con riparatrice misericordia ch’Egli solo può effondere. Egli è il gaudio della terra (Cfr. Ibid. 3, 29); Egli è il medico d’ogni umana infermità (Io. 8, 7). Egli si personifica in ogni uomo che soffre; finché sarà il dolore sulla terra, Egli se ne farà propria immagine per suscitare l’energia della compassione e del generoso amore (Matth. 25, 40). Gesù perciò è sempre e dappertutto presente.

E ciascuno Io può di sé. Perché come è vero che Gesù Cristo è, per il disegno salvifico universale che in Lui si compie (Cfr. Eph. l-2), il centro dell’umanità, il «Figlio dell’uomo» per eccellenza, è pur vero che Egli è il Maestro, il Fratello, il Pastore, l’Amico d’ognuno dei suoi, il Salvatore d’ogni singola creatura umana, che abbia la fortuna di essere da Lui associato come cellula del corpo mistico, di cui Egli è il capo. Ciascuno è autorizzato a chiamarlo per nome, non come personaggio estraneo, lontano e inaccessibile, ma come il «Tu» del supremo ed unico amore, come lo Sposo della propria felicità (Cfr. Matth. 9, 15; Apoc. 22, 17), che misteriosamente è più vicino di quanto ciascuno che lo cerchi può immaginare, come t stato detto: «consolati, tu non mi cercheresti, se già non mi avessi trovato» (B. PASCAL, Le mystère de Jésus; S. AUGUSTINI Confessiones, X, c. 18).

E che questa presenza trascendente e immanente di Cristo sia qui rappresentata è bello, a nostro avviso, è significativo, è istruttivo, perché questa aula, come una sala d’aspetto in una stazione di partenza, come una scuola delle verità, elementari o sublimi che siano, in ogni caso « verità vere », necessarie alla vita, è vicina, quasi un’appendice, alla tomba di S. Pietro, il «pescatore di uomini» (Matth. 4, 19), il Pastore primo incaricato dal Pastore buono Cristo Gesù (Io. 21, 15; 10, 11); l’Apostolo, a cui sono affidate «le chiavi del regno dei cieli» (Matth. 16, 19).

Da ricordare, con la nostra Apostolica Benedizione

Ad un gruppo di ex alunni del Pontificio Seminario Lombardo

Con animo commosso e grato ci rivolgiamo ora agli ex alunni del Pontificio Seminario Lombardo, che hanno voluto darsi oggi convegno qui a Roma, per recarci i loro fervidi voti augurali. Il nostro saluto va innanzitutto ai Signori Cardinali Confalonieri, Poma e Pignedoli, che guidano la folta rappresentanza; si estende poi ai numerosi Ecc.mi Vescovi, ed abbraccia infine tutti i sacerdoti ex alunni di quel Seminario, che tanti ricordi suscita nella nostra memoria ed occupa un posto specialissimo nel nostro cuore.

Venerabili fratelli e figli carissimi, la vostra presenza è per noi motivo di particolare conforto e di gioia profonda. Sappiamo che avete pregato per noi nella solenne Concelebrazione Eucaristica di stamane, ed ora voi siete qui per confermare, una volta di più, l’impegno di operante adesione all’Ufficio magisteriale, che Cristo ci ha affidato a servizio della Chiesa.

Siate, voi del Lombardo, in armonia del resto con le migliori tradizioni del «nostro» Seminario, ministri della Chiesa intelligenti e fedeli. Intelligenti, cioè aperti a percepire le stimolazioni che offre il confronto con l’attuale cultura, pronti ad intuire le esigenze emergenti dall’odierna situazione pastorale, dotati di sapiente lungimiranza. E, al tempo stesso, siate fedeli: fedeli a Cristo, nel quale Dio ha detto al mondo la sua parola definitiva; e fedeli alla Chiesa, che, guidata dallo Spirito, questa parola ha interpretato ed interpreta in modo autentico per gli uomini di ogni tempo.

Vi accompagniamo con la nostra preghiera e di cuore vi impartiamo la nostra Benedizione.

Ad un gruppo di ex Fucini

C’è un gruppo quest’oggi che ha voluto partecipare all’udienza in maniera sommessa e discreta, unendosi agli altri fedeli: sono i «Fucini» di cinquant’anni fa, che son venuti a testimoniare l’immutata loro devozione ed a presentarci i loro fervidi auguri per il recente nostro genetliaco.

Vi ringraziamo di tutto cuore, figli carissimi, per questo delicato tratto di gentilezza: a ciascuno di voi desideriamo rivolgere un distinto saluto con lo stesso spirito ed allo stesso modo con cui vi accoglievamo nel lontano periodo della nostra comune giovinezza. Oh! facile è il computo degli anni trascorsi: è una somma o, meglio, una sottrazione che da una parte ci richiama a pensosa meditazione sulla realtà della vita, e dall’altra ci riporta a sempre vivi ricordi di volti, di persone, di ambienti, di circostanze. Quanti sono i ricordi? E di quante vicende liete e tristi sono essi intessuti? E quanti amici allora pieni di entusiasmo e vibranti di energia, ci hanno lasciato? Sì, rapidamente ne rivediamo ora le sembianze, ne ravviviamo la memoria, mentre ci piacerebbe indugiare ad evocare incontri, amicizie ed esempi luminosi di virtù e di sapere. Ma quel che importa è che perdurano gli ideali in cui noi ed essi credemmo in una stagione fervida di propositi e di iniziative. Erano e sono gli ideali della gioventù universitaria cattolica: la fede vissuta; il servizio ai fratelli; la cultura seriamente e severamente intesa; la centralità del Vangelo nel quadro di un autentico e plenario umanesimo.

Con la vostra gradita presenza voi ci dimostrate che a tali mete vi siete mantenuti coerentemente fedeli, ed è questo che, nonostante il fuggire del tempo, vi mantiene spiritualmente alacri e giovani. È con questi sentimenti che vi impartiamo una speciale Benedizione Apostolica.

A pellegrini di varie parrocchie romane

Salutiamo ora i pellegrini delle parrocchie di Roma, che nei giorni scorsi han potuto realizzare un viaggio a Lourdes, che sappiamo essere stato loro offerto in occasione del nostro 80° compleanno.

Figli carissimi, siamo lieti di questa presenza, che ci parla del vostro affetto, e ci auguriamo che il viaggio al Santuario di Maria sia stato fecondo di buoni propositi per una vita cristiana sempre più luminosa. Pertanto, alla sicura benevolenza della Madre di Gesù, amiamo aggiungere la nostra cordiale Benedizione Apostolica per voi e per tutti i vostri cari.

Ad un gruppo di emigrati abruzzesi

Un cordiale saluto rivolgiamo ai numerosi partecipanti al primo raduno regionale degli Emigrati Abruzzesi d’oltreoceano, provenienti dall’America Meridionale, Settentrionale e dall’Australia, i quali hanno voluto rendere omaggio alla nostra persona.

Siate i benvenuti, figli carissimi ! Proprio alcuni giorni or sono, a Pescara, abbiamo sperimentato commossi la fede ardente e l’entusiasmo incontenibile del «forte e gentile» popolo d’Abruzzo. Anche se fisicamente lontani dalla vostra nobile Regione, conservatene gelosamente i grandi tesori interiori: i valori umani e cristiani, la bontà, la generosità, il rispetto per l’altro, l’attaccamento alla famiglia.

La nostra paterna Benedizione Apostolica vi accompagni sempre.

A due gruppi di lingua francese

Nous adressons également un salut chaleureux à Mgr Honoré, Evêque d’Evreux, et aux Laïcs responsables de l’Union Nationale des Associations de Parents d’Elèves de l’Enseignement Catholique de France! Nous sommes, une fois de plus, très heureux de vous renouveler nos plus fermes encouragements à maintenir et à adapter judicieusement aux besoins du temps une liberté essentielle: la liberté de choisir l’éducation de ses propres enfants. Récemment, notre Dicastère pour 1’Education catholique a très bien fait le point sur cette institution ecclésiale qui est, sans le moindre doute, une forme d’évangélisation, et, pour sa part, un authentique service de l’homme, service original et responsable, dans le cadre d’un immense effort éducatif. Sous peine de dénaturation et d’étouffement, l’Eglise ne peut renoncer d’elle-même à ses signes visibles et à ses moyens légitimes d’action. Gardez bien, chers amis, votre lucidité, votre tenacité et votre espérance évangélique! Avec notre Bénédiction Apostolique!

Nous devons un mot de gratitude au service de la Radio française, qui a permis à des milliers de français de nous exprimer leurs vœux fervents pour notre anniversaire. A tous ceux qui ont fait ainsi parvenir leur témoignage d’attachement, un grand merci! Nous les invitons à continuer de prier pour Nous, à travailler avec Nous pour rendre l’Eglise plus conforme à l’Evangile, et le monde plus humain. Nous les bénissons de tout cœur!

Ad alcuni pellegrini del Ghana

With particular pleasure we greet the group from Ghana. May your visit to Rome bring you many spiritual blessings. Through you we send our greetings to your families and friends in your beloved homeland.

Ad una delegazione della Marina del Perù

Queremos dirigir ahora un saludo particular de bienvenida a la Delegación, aquí presente, de la Marina del Perú.

Conservad en vuestra vida, amados hijos, la constante inspiración de los ideales cristianos y contribuid con generosidad al bien de vuestro País. Os damos a la vez, con afecto paterno, una especial Bendición, que extendemos a todos vuestros seres queridos.

Ad un gruppo di pellegrini dell’Angola

Com multa alegria é-Nos grato dar as boas-vindas a um grupo de peregrinos proveniente de Angola.

Queremos exprimir toda a nossa satisfagáo por este encentro, como também a nossa gratidáo e apreco pela homenagem que quisestes prestar à nossa pessoa. Que o Senhor abencóe a vossa peregrinacáo a Roma e vos conserve sempre no Seu amor.

Damo-vos de coracáo a nossa Bêncáo Apostólica, a vós e aos vossos entes queridos.

                                  



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